IL MONTANELLI CHE NON T’ASPETTI
06/08/2009 12.16.57
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Mercoledì 5 agosto, ore 18 PalaInfiniti
In un PalaInfiniti strapieno, abbiamo voluto ricordare uno dei più grandi giornalisti italiani di sempre, Indro Montanelli, a cento anni dalla sua nascita. Gli ospiti della serata, e non poteva essere altrimenti, sono stati di grande spessore, e tutti e tre hanno avuto modo di conoscere un “Cilindro” diverso da quello che è stato consegnato ai libri di storia. Il primo a prendere la parola, anche per “anzianità” di conoscenza, è stato Arrigo Levi, che ha voluto tratteggiare un ricordo del giornalista toscano un poco diverso dal solito: “il ricordo di Montanelli che prediligo è quello del periodo precedente la sua affermazione a nume tutelare del giornalismo italiano. Il primo ricordo – avrò avuto 12 o 13 anni – è di uno straordinario reportage dalla Finlandia durante l’invasione sovietica. Egli prese posizione contro l’avanzata russa, anche se questo significava essere in qualche modo antifascista. Non dimentichiamo, d’altronde, che Montanelli fu condannato a morte da Mussolini. Quando ho iniziato a lavorare al Corriere, Montanelli non era ancora il più grande, ma viveva di appassionanti sfide con altri straordinari interpreti della professione. Indro non era ancora così ‘torvo’ come invece poi è diventato, e anzi cercava di coinvolgere me, ultimo arrivato nella redazione, a tutti gli eventi che si verificavano tra chi lavorava al Corriere. Montanelli era un uomo di grande ironia e di grande sarcasmo ed è questo il modo in cui voglio ricordarlo. Non certo come un ‘cattivo’ come qualcuno ha voluto farlo sembrare”.
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