DOVE AFFONDANO LE NOSTRE RADICI
07/08/2009 15.13.02
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Giovedì 6 agosto, ore 21,30 PalaInfiniti
“Cortina InConTra” ha offerto un dibattito che ci riguarda tutti da vicino, soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo in cui sono in corso grandi mutamenti sociali ed etici. Prima dell’inizio dell’incontro Stefano Rodotà ha voluto sottolineare come “lo scontro di civiltà paventato da Huntington è in realtà una profezia che si autoavvera. Se guardiamo i recenti conflitti unicamente dal punto di vista della contrapposizione tra civiltà, non possiamo che dargli ragione. Ma sono molteplici gli interesse che si nascondono dietro a una guerra: c’è il petrolio, ci sono questioni politiche e via dicendo. Non credo quindi che si possa ridurre tutto al mero scontro religioso”. Cominciato il dibattito, il primo a prendere la parola è Magdi Cristiano Allam che sostiene la sua tesi secondo cui “la vita è un bene inalienabile. La mia esperienza personale mi ha portato a toccare con mano che quando si mette in discussione un valore non negoziabile (bene inalienabile e indiscutibile della vita come fondamento della civiltà) noi apriamo una voragine dalla quale non ci salviamo più. Ci sarebbe una vita nichilista, come nel caso della ru486, che porta a relativizzare il bene inalienabile della vita per cui il traguardo di civiltà non sia più la salvaguardia della vita. Si deve investire in natalità e nella famiglia naturale per garantire il mantenimento demografico. Siamo invece ossessionati dall’aborto o dall’eutanasia invece che proteggere la famiglia naturale. È una questione di amor proprio”. La visione laica di Stefano Rodotà si palesa invece nel suo tentativo di evitare “intromissioni” tra stato e tutela della persona. “Nessuno deve poter disporre della vita degli altri. Questo è un punto chiave. Abbiamo avuto uccisioni di ragazze in Italia perché prigioniere di una logica familista ancora prima che di un certa religione. I doveri di solidarietà, proposti dall’ultima Enciclica, sono stati cancellati in questi anni dal mercato”.
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