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CORTINA RACCONTA -


MAGISTRATI VIL CASTA DANNATA
17/08/2009 15.28.41 -

Domenica 16 agosto, ore 16,30 PalaInfiniti
 
Tema dell'incontro sono stati i privilegi dei magistrati e una riforma della giustizia che non può attendere. Ha esordito il sottosegretario Casellati, osservando come un paese normale abbia diritto a una giustizia normale. “Da settembre studieremo delle misure eccezionali per smaltire le cause in arretrato, che sono oltre 5 milioni, perché altrimenti la riforma del processo civile é inutile. La riforma del processo civile é un primo passo verso la normalizzazione. Vogliamo che ci sia una giustizia normale, che una causa non duri 8 o 10 anni ma 2 o 3. La giustizia deve tornare a essere un servizio. Un paese non potrà mai essere normale se non c’è una giustizia normale. La giustizia lenta danneggia le imprese, che possono vivere o morire a seconda dei tempi di riscossione di un credito. L’inefficienza della giustizia è una tassa di 370 euro l’anno su ogni impresa”. Pecorella ha richiamato l’attenzione sulla debolezza della politica. “La responsabilità maggiore del malfunzionamento della giustizia non é dei magistrati ma della politica. I magistrati sono sottratti a qualunque tipo di controllo disciplinare. È un sistema indisciplinato perché noi non siamo intervenuti con efficacia e se questo è accaduto è colpa della politica. La magistratura è una corporazione", ha poi proseguito, "e non vuole la divisione fra pm e giudici perché l’unione é la sua forza. E questo é un problema che deve affrontare la politica. In un processo basato sulla parità delle parti”, ha concluso, “è una presa in giro non separare le carriere. È la sinistra che ha sempre bloccato questa riforma”. Sullo stesso tema si è espresso Nordio, che ha aggiunto: "L'indipendenza che la magistratura rivendica dalla politica, non la ha verso se stessa: il magistrato trema davanti alle correnti e davanti al Csm e da questi dipende la sua carriera". E proprio sul meccanismo di elezione del Csm, il sottosegretario Casellati ha sostenuto: "Respingo il fatto che il collasso della giustizia è colpa di tutti tranne che dei magistrati. Va recuperata una responsabilità in questo servizio: la giustizia così com’é non funziona, é allo sfascio. È per questo che abbiamo pensato di riformare il codice civile e penale, e che pensiamo di riformulare il meccanismo di elezione del Csm”. Sul Consiglio Superiore della Magistratura, ha infine aggiunto: “Bisogna rompere le correnti, non è possibile che il Csm guardi di più alle logiche di appartenenza che al merito delle questioni. Ha tenuto la politica sotto la minaccia di inchieste. Ai tempi della riforma provata da Castelli, Spataro mandò un sms a 400/500 magistrati dicendo di boicottare i colleghi che collaboravano con il ministro”.


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