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CORTINA RACCONTA -


SVOLTA GLOBALE
22/08/2009 18.48.19 -

Venerdì 21 agosto, ore 18 PalaInfiniti
 
“Si potrebbe fare un unico soggetto per il Sud composto da Invitalia, Simest e Sace”. Lo ha proposto Vito Gamberale, amministratore delegato F2i, dal palco di Cortina InConTra, durante il dibattito “Svolta globale”. L’ad di Invitalia, Domenico Arcuri, intervenendo nello stesso dibattito, ha replicato: “Non bisogna immaginare i soggetti prima di condividere le strategie”. In sala era presente anche l’ad di Simest, Massimo D’Aiuto. L’Italia ha necessità di ritrovare la competitività perduta, ma non può dimenticare che la situazione è ben diversa da quella di qualche anno fa. “Oggi il bacino d’utenza delle merci dei paesi industrializzati è di circa 4,5 miliardi di persone, negli anni ’60 era di 200 milioni. Questo significa che ogni dieci anni bisogna moltiplicare per tre il numero di potenziali consumatori” ha sostenuto Vito Gamberale. Secondo il viceministro Urso, però “la globalizzazione non è responsabile della crisi. Anzi, si può dire che la globalizzazione sarà la soluzione alla crisi. Se i nostri governi avessero reagito come reagirono nel 1929, quando la situazione era analoga, noi ora saremmo in una depressione fortissima. Invece no, semplicemente ci siamo fermati. Bisogna comunque ripartire da criteri meritocratici differenti da quelli attualmente in corso nel nostro paese”. Più allarmante invece il quadro dipinto dall’ad di Invitalia Arcuri. Secondo lui, infatti, “il nuovo scenario prevede la possibilità di far insediare sempre più produzione straniera in Italia. Fatto 100 il PIL dell'Europa a 27, il Nord-est produce 125, il nord-ovest 129. Ovvero tra le prima 4 regioni più sviluppate d'Europa; il sud invece è a 69,2 come PIL, il che significa essere meno sviluppati della Romania, della Slovenia e della Slovacchia. Sono dati che devono farci riflettere dal momento che abbiamo una sperequazione eccessiva tra nord e sud Italia”. Secondo Gamberale, comunque, “la piccola media impresa italiana è un orticello di cui ci possiamo gloriare affacciandoci dalla finestra ma non basta per competere a livello europeo. Per quanto riguarda invece le grandi aziende italiane, dobbiamo prendere casi come la Telecom, che è stata grande finché ci sono stati i competenti; poi sono arrivati i nuovi, hanno deciso che era giunto il momento di cacciare la precedenza. Il risultato è che se la sono mangiata”.


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