LAVORARE NON STANCA
23/08/2009 17.26.49
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Sabato 22 agosto, ore 16,30 PalaInfiniti
“Ritengo sia un decreto efficace”. È l’opinione di Antonio Mastrapasqua, presidente Inps, rilasciata a margine di un dibattito a “Cortina InConTra” sul decreto per l’innalzamento dell’età pensionabile. “Indubbiamente l’età sta aumentando; nel decreto anticrisi approvato a fine luglio, è stata messa una clausola ‘di salvaguardia’: dal 2015, in base all’aspettativa di vita, l’età pensionabile potrà aumentare per il primo quinquennio per un massimo di 3 mesi, successivamente senza limiti. La riforma è importante, avrà bisogno di tempi lunghi ma questi saranno consoni all’incremento dell’età delle persone. D’altronde, non si possono alzare d’improvviso i limiti dell’età pensionabile, altrimenti le persone che vedono vicino il traguardo della pensione potrebbero risentirne. Reputo altresì molto positiva l'equiparazione dell’età pensionabile tra donne e uomini nel pubblico impiego dal 2018, anche perché continuavamo a pagare multe all'UE”. Monsignor Crepaldi ha voluto sottolineare come sia improprio definire “anticapitalista” l’enciclica del Papa, dal momento che “tutela e riconosce l’importanza del mercato. È anche vero, però, che il Papa mette in guardia dalle esagerazioni che derivano dal capitalismo e che sottolinei la pericolosità di inseguire a tutti i costi il profitto”. Secondo Renata Polverini, riguardo alla ventilata fine della crisi “bisogna essere molto prudenti. Il problema è capire se le nostre imprese saranno in grado di riprendere la produzione. I dati che abbiamo non vanno in questa direzione, la presidente di Confindustria ogni giorno ci ricorda che bisogna fare uno sforzo in più. Crediamo che al di là di guardare ai mercati europei e internazionali che negli ultimi anni sono stati trainanti per la nostra economia, bisogna rimettere in moto i consumi sostenendo i redditi del ceto medio che oggi è in difficoltà”. Cesare Damiano si è invece dimostrato scettico sulle misure prese dal Governo sull’equiparazione tra uomini e donne nell’età pensionabile per il pubblico impiego: “Non sono favorevole a questa misura di equiparazione del governo. È una misura che parte da una richiesta europea che viene un po’ distorta. In realtà l’Europa ha detto: bisogna mettere gli uomini e le donne nelle stesse condizioni per quanto riguarda le pensioni, cioè avere assegni uguali con carriere uguali ed egualmente retribuite. Mentre nel 2008 gli assegni dicono che mediamente gli uomini percepiscono 1.300 euro di pensione, le donne esattamente la metà. La misura del governo la trovo sbrigativa, è una equiparazione formale e non rimuove le cause delle vere differenze. Bisognerebbe adottare un sistema di scelta autonoma, come già era stato ideato dal Governo Dini nel 1995, che consenta che tra i 60 e i 70 anni le persone vengano messe in condizione di scegliere autonomamente se andare o meno in pensione”.
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