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CORTINA RACCONTA -


DONNE VINCENTI
28/08/2009 18.22.10 -

Giovedì 27 agosto, ore 16,30 PalaInfiniti
 
Di fronte a una platea gremita, il Ministro ha voluto fare chiarezza su molti temi che in quest’ultimo periodo sono stati al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica. Prima di tutto la pillola RU 486, che “rischia di diventare uno strumento contraccettivo post-rapporto e, di conseguenza, di svilire la vita umana. Un aborto senza dolore potrebbe anche apparire più facile: ho paura che vi possa essere un aumento degli aborti, non rispettando la legge 194. Da donna mi fa specie che non ci si impegni a sensibilizzare sull'importanza della vita umana, ma si cerchino nuovi metodi contraccettivi. Già quando sono stata eletta parlamentare nel 2006 mi ero impegnata affinché venisse riconosciuto un piccolo sostegno da parte dello stato che avrebbe potuto essere quell'aiuto in più che permetta di portare avanti la gravidanza per giovani donne. Ora che sono ministro ho intenzione, a maggior ragione, di riproporre questa idea”. Negli ultimi giorni si è anche riacceso il dibattito sul testamento biologico. “Mi interrogo spesso su cosa sia più giusto fare in merito al cosiddetto testamento biologico. Idratazione e alimentazione non possono essere sospesi perchè è come se si lasciassero morire di fame o di sete delle persone. Ben diverso è l'accanimento terapeutico. Il testo approvato alla camera è una buona soluzione che impedisce l'accanimento, ma al tempo stesso impedisce che avvengano casi come quello di Eluana”. Rispetto alla lotta all’immigrazione clandestina, da sempre nell’agenda dell’attuale esecutivo, la Carfagna ha sottolineato come “Fini dice una cosa condivisibile:chi viene nel nostro paese e sfugge da situazioni di disagio dev'essere trattato come persona umana. Il diritto di asilo, che dev'essere visto di volta in volta, dev'essere garantito, per esempio, alle donne straniere maltrattate e sfruttate pur non avendo esse nessuno dei tre principi basilari per concedere asilo agli immigrati”. Per Mara Carfagna, infine, il vero problema è la condizione femminile nel mondo: “Il problema non è il velo o il burqini;siamo contrari alla cultura che sta dietro,fortemente discriminante nei confronti delle donne. È arrivato il momento di preoccuparsi dei diritti delle donne nel mondo: sono troppe le donne ancora in situazioni drammatiche. Il 9 e il 10 settembre il Ministero Pari Opportunità organizzerà una conferenza internazionale sullo stato attuale dei diritti delle donne. Il nostro motto è che ‘le donne vanno lasciate in pace’”.


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