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LIBRI

Non sarò Clemente. Memorie dell’ultimo democristiano
Clemente Mastella

Rizzoli

Nei momenti difficili Clemente Mastella si aggrappa a due brevissimi messaggi. Il primo è un telegramma di incoraggiamento che Aldo Moro gli mandò nel '77; il secondo un recente sms di Sandra, sua moglie. Per lui sono ancore di salvezza, ma anche emblemi dei due valori sommi che lo hanno sempre ispirato: politica e famiglia. Non è quindi un caso che Mastella li rievochi all'inizio di questo libro in cui, dopo lo tsunami che lo ha investito nel 2008, cerca di mettere insieme i tasselli della propria vita. Figlio di un maestro elementare e di una casalinga di Ceppaloni, arriva giovanissimo a Roma e viene eletto nel 1976 in Parlamento. E un'epoca d'oro della DC dove, come in un orologio, Moro è la lancetta delle ore, Andreotti il perno stabile su cui ruota e Cossiga il quadrante policromo, lo scenario mutevole. Da lì prende il volo Mastella che ha presto un ruolo primario in molti importanti eventi della storia nazionale, dall'elezione di Cossiga alla presidenza della Repubblica al salvataggio dei piloti Bellini e Cocciolone fatti prigionieri dagli iracheni durante la guerra del Golfo del '90, dalla dissoluzione della DC sotto il maglio di Mani Pulite all'esperienza nel Primo governo Berlusconi, per arrivare infine a quella di guardasigilli nell'ultimo Prodi, caduto proprio con il caso De Magistris. "Non sarò Clemente" è una risposta ferma e indignata alle pesanti e infondate accuse rivolte a lui e alla moglie in quell'occasione. Ma non solo.

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