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Marco Boato Eventi:
  • C’ERA UNA VOLTA LA PEGGIO GIOVENTÙ
    Perché l’omicidio Calabresi è il simbolo dei drammatici errori della generazione del ’68. E perché, dopo, l’ambiguità ha prevalso sull’autocritica
    17/08/2009 16.30.00 - PalaInfiniti


    Mughini ha scritto un libro per raccontare, in modo vivido e drammatico, gli anni dell’odio ideologico in cui matura e si attua l’agguato mortale al commissario di polizia Luigi Calabresi. Secondo lui, che a quel tempo era il direttore responsabile dei giornali che emanavano da Lotta Continua, la mattina del 17 maggio 1972 rappresenta una sorta di passaggio cruciale della saga generazionale della “peggio gioventù” degli anni Settanta. Di tutti i delitti politici che portano le stimmate del terrorismo rosso è quello che più spacca a metà l’opinione pubblica da un punto di vista emotivo e simbolico. Sono in tanti, infatti, a reputare sacrosanta e definitiva la condanna degli ex militanti di Lotta Continua; ma sono sempre in molti a continuare a credere che mai e poi mai quel gruppo nato dentro il movimento studentesco del 1968 avrebbe ideato una tale azione. Mughini, nel fare i conti con se stesso, compie un’operazione-verità. Al Pala Infiniti vediamo cosa gli risponderà un altro ex, quel Marco Boato che nella facoltà di Sociologia dell’Università di Trento fondò, nel 1969, il gruppo comunista di Lotta Continua assieme a Sofri, Viale, Rostagno e Pietrostefani. E che poi divenne un parlamentare della sinistra verde e garantista. Incontro tutto da ascoltare.  



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