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CORTINA RACCONTA -


IRAN FUNESTO
11/08/2009 15.51.34 -

Lunedì 10 agosto, ore 18 PalaInfiniti
 
Un altro appuntamento dell’attualità in vacanza quello di questa sera a “Cortina InConTra”. Secondo Panella, non va dimenticato come “l’omicidio di Neda – la ragazza uccisa in piazza a Teheran nel giugno scorso – non sia stato realizzato da un poliziotto o da un uomo di regime, ma da un ragazzo fondamentalista di circa vent’anni, convinto che dentro la ragazza si annidasse il maligno. Bisogna quindi combattere gli estremismi in quel paese”. Guolo ha voluto fissare l’attenzione sul programma nucleare iraniano: “Da tempo, ormai, l’Iran sta portando avanti un progetto atomico che può rappresentare un serio pericolo non solo per Israele, obiettivo dichiarato, ma anche per noi. Va inoltre sottolineato come anche in Pakistan sia estremamente pericolosa la presenza dell’atomica, poiché se cadesse nelle mani dei fondamentalisti si avrebbe un escalation potenzialmente drammatica con la vicina India”. Parsi poi ha voluto tratteggiare un dipinto della suprema autorità iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, affermando che “dalla morte di Khomeini sono iniziati i problemi in Iran, prima la sua autorità impediva il corto circuito dell’intero sistema. Oggi, invece, Khamenei non possiede il carisma necessario, diventando in qualche modo ostaggio dei piani di Ahmadinejad, che è senz’altro un fondamentalista e un oltranzista, ma non è certo uno stupido, ben sapendo che può fare leva sulla scarsa autorità dell’ayatollah”. Secondo Sabahi, “in Iran oggi è in atto una fortissima lotta di potere intestina. Ancora prima che contro gli altri, la lotta è tra gli islamici stessi iraniani. Non va inoltre dimenticato come Moussavi appartenga a un fronte politico non lontano da quello di Ahmadinejad, ed è un cugino dell’ayatollah Khamenei. Non è certo quello che si dice un uomo nuovo”. Nicastro, infine, ha voluto sottolineare come “l’impegno italiano sia fondamentale in Afghanistan, dal momento che la presenza occidentale permette di offrire valide alternative al presidente Karzai, ormai ostaggio delle istanze più estremiste. Abbandonare lo Stato asiatico sarebbe un grave errore che non possiamo più permetterci”.


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