LIBRI
Non è lo stesso Dio, non è lo stesso uomo. Bibbia e Corano a confronto
Carlo Pannella
Cantagalli
Non solo il Dio, ma soprattutto l’uomo ritratto nel Corano, è profondamente diverso dall’uomo delineato nella Bibbia. Da una lettura comparata degli episodi biblici ripresi dal Corano, risalda a colpo d’occhio che l’uomo islamico ha poco in comune con quello della Bibbia, che si confronta con il lato oscuro dell’uomo, con la sua pulsione verso il male, il preccato, l’uccisione del suo simile, l’incesto.
L’uomo del Corano, invece, è un essere morale monodimensionale: ha l’anima ma non ha la psychè, non sa cosa sia il Mito, non conosce la tensione verso Eros e thanatos, ignora il mistero dionisiaco. E’ tutt’altro uomo.
Questa assenza nel Corano del Mito e dell’elaborazione della pulsione di morte, così presente nella Bibbia, costituisce la differenza più radicale tra la civiltà ellenistico-giudaico-cristiana e quella islamica. Dopo una lunga stasi culturale è poi emersa nell’Islam una componente scismatica impregnata di esaltazione di morte, un incubo di violenza e attentati suicidi, che ha le sue radici nell’antropologias sottesa al Corano. Perché la sua fragilità, il suo essere solo un fedele obbediente, che non si tormenta mai sul mistero dell’esistenza, rendono l’uomo islamico permeabile a una deriva ideologica-religiosa che vive nel desiderio di morte il proprio cupo messianismo.
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