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CORTINA RACCONTA -


PREMIER O “PAPI”?
23/08/2009 17.30.16 -

Sabato 22 agosto, ore 21,30 PalaInfiniti
 
Secondo Cirino Pomicino, “le cene di Berlusconi erano risapute in tutta Roma. Il problema è che un personaggio pubblico può avere solo una piccola parte della propria vita come privata, per cui Berlusconi dovrebbe sapere scegliere meglio i propri alleati. Bisogna segnalare al premier quando sbaglia, perché se no rischia di diventare un uomo solo, convinto di poter fare qualsiasi cosa. Andreotti diceva che se avesse avuto il potere assoluto avrebbe commesso ‘qualche sciocchezza’”. Maria Latella, d’altronde, ha voluto significare come il rapporto che la lega con Berlusconi non possa essere modificato da quanto emerso negli ultimi tempi. “Continuerò ad essere amica, nonostante. La maggioranza che ha votato Berlusconi non sopportava l’ipocrisia di chi predicava bene e razzolava male, di chi diceva di essere dalla parte della gente e in realtà aveva come massimo sogno acquistare una villa a Capalbio e coltivavano sogni borghesi”. Per Giovanni Valentini “c’è un incantamento che riguarda Berlusconi che non contagia solo gli elettori del PdL, ma anche quelli di sinistra. Ci sono tanti esempi di leader del centro-sinistra, come Veltroni ad esempio, che ha cercato di imitare Berlusconi e per questo è caduto. Berlusconi si presenta come un modernizzatore, rispondendo alle esigenze del Paese”. Fabrizio D’Esposito ha puntato il dito sulle numerose vicende che hanno coinvolto negli ultimi mesi il premier: “Voglio sapere se Berlusconi è in qualche modo ricattabile, perché gli ultimi avvenimenti lo rendono vulnerabile. Mi riferisco al caso di Bari, ma non solo”. Melania Rizzoli, dal canto suo, ha difeso a spada tratta Berlusconi. “Il premier è stato sbeffeggiato dalla sinistra. Per questo motivo non vogliamo partecipare alle feste del Pd, se non vogliono il nostro leader non vedo perché dovremmo partecipare noi semplici deputati. La stampa è stata estremamente ‘gossippara’. Per questo motivo ho scritto la lettera sul Corriera della Sera indirizzata a Veronica Lario, perché si assisteva a una ‘novellizzazione’ della politica e della figura femminile in genere che noceva particolarmente al nostro Paese, riportandolo indietro di cinquant’anni”.


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