LIBRI
Rapaci. Il disastroso ritorno dello stato nell’economia italiana
Sergio Rizzo
Rizzoli
La Casta, La deriva e adesso i Rapaci. Emancipatosi dalla fitta collaborazione con Gian Antonio Stella, Sergio Rizzo ci offre un nuovo saggio sull’Italia che non va e sui rischi che incombono sull’economia malata del nostro Paese. Proseguendo una sorta di via crucis dei mali italiani, già denunciati nei primi due saggi e qui ripresi con una nuova chiave di lettura, l’inviato del Corriere della Sera focalizza l’attenzione su un tema di stretta attualità: di fronte alla crisi economica che stiamo attraversando, l’Italia – come altre economie dei Paesi avanzati – vede il fiorire della «primavera dei nuovi boiardi» di Stato. Ma, mentre Regno Unito, Germania, Francia e Stati Uniti hanno assistito nell’ultimo anno e mezzo alla nazionalizzazione di banche, imprese e istituti di credito di grandi dimensioni, in Italia ciò non è avvenuto per due motivi: la crisi non ci ha travolti come è avvenuto da loro e la presenza della «manomorta pubblica» è già pervasiva nella nostra società. I Rapaci, come li chiama Rizzo, sono gli onorevoli e i manager pubblici che fanno società per tutto, anche per dare consulenze senza gara, gli ex governatori di enti che si riciclano con stipendi dorati in una vergognosa moltiplicazione delle poltrone e degli incarichi. Sono i dirigenti che hanno condotto Alitalia allo sfascio già dal 2001, che vendono le aziende senza perdere mai i posti di comando: dai telefoni (Telecom) alle automobili (Alfa Romeo), dalle ferrovie alle autostrade i nuovi cerchiobottisti riescono sempre a stare a galla, negando la vera concorrenza e sottraendosi alle regole del mercato. L’autore ci guida in queste cronache da basso regime, tra vizi privati e scandali pubblici che si sono abbattuti un po’ su tutto il settore pubblico: Poste, Enel, Rai Tv, Agenzia Italia, Tirrenia, fondazioni, società e imprese comunali, finanziarie regionali. Non mancano l’ente inutile del Parco della tal Provincia, la squadra di pallanuoto, basket o pallavolo sponsorizzata dal tal Comune, è tutta una fabbrica di assunzioni pilotate, di «trombati e generali» della politica, è una festa di notai, avvocati e consulenti che costituiscono questo enorme «stipendificio made in Italy». Nuovi sprechi e un nuovo statalismo clientelare – avverte Rizzo – sono all’opera nel Paese: l’azionista, spesso e volentieri, è il partito politico, e il conto alla fine lo paghiamo noi utenti, cittadini onesti e lettori sempre più scandalizzati.
Contenuti Correlati
|
Protagonisti
|
Guarda le Foto
|
Guarda i Video
|
|
Cortina Racconta
|
Rassegna Stampa
|
|
|