Giampiero Mughini
Eventi:
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ATTENTI A QUEI DUE
Feltri, a destra senza mai innamorarsene, lascia Libero per il Giornale. Mughini critica la sinistra, ma non è tenero con Berlusconi. Li accomuna l’anticonformismo. Li divide il premier?
19/08/2009 21.30.00
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PalaInfiniti
La presenza di Vittorio Feltri questa sera sul palco di “Cortina InConTra” sarà l’ultima da direttore di Libero e la prima da neo-direttore del Giornale. Il 24 agosto, infatti, il giornalista più amato e più detestato d’Italia lascerà la sua creatura – che in nove anni ha portato nell’esclusivo club dei quotidiani più letti – per approdare sulla tolda che era già stata sua per quattro anni a partire dal 1994. Un’occasione unica per sapere dalla sua viva voce i motivi di questo cambio. Con lui Giampiero Mughini, editorialista di Libero, dopo anni a Panorama, ed opinionista di calcio in tivù. Li accomuna il fatto di essere giornalisti atipici, liberi pensatori, bastian contrari capaci di essere critici verso chiunque indistintamente, senza rispondere mai a logiche di potere. Negli ultimi tempi li ha divisi il giudizio su Berlusconi, specie quello “privato”. S’incontreranno o si scontreranno? Se considerate che a condurre la serata è un anchor che mette sempre pepe, c’è da scommettere che comunque sia ce ne sarà per tutti.
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C’ERA UNA VOLTA LA PEGGIO GIOVENTÙ
Perché l’omicidio Calabresi è il simbolo dei drammatici errori della generazione del ’68. E perché, dopo, l’ambiguità ha prevalso sull’autocritica
17/08/2009 16.30.00
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PalaInfiniti
Mughini ha scritto un libro per raccontare, in modo vivido e drammatico, gli anni dell’odio ideologico in cui matura e si attua l’agguato mortale al commissario di polizia Luigi Calabresi. Secondo lui, che a quel tempo era il direttore responsabile dei giornali che emanavano da Lotta Continua, la mattina del 17 maggio 1972 rappresenta una sorta di passaggio cruciale della saga generazionale della “peggio gioventù” degli anni Settanta. Di tutti i delitti politici che portano le stimmate del terrorismo rosso è quello che più spacca a metà l’opinione pubblica da un punto di vista emotivo e simbolico. Sono in tanti, infatti, a reputare sacrosanta e definitiva la condanna degli ex militanti di Lotta Continua; ma sono sempre in molti a continuare a credere che mai e poi mai quel gruppo nato dentro il movimento studentesco del 1968 avrebbe ideato una tale azione. Mughini, nel fare i conti con se stesso, compie un’operazione-verità. Al Pala Infiniti vediamo cosa gli risponderà un altro ex, quel Marco Boato che nella facoltà di Sociologia dell’Università di Trento fondò, nel 1969, il gruppo comunista di Lotta Continua assieme a Sofri, Viale, Rostagno e Pietrostefani. E che poi divenne un parlamentare della sinistra verde e garantista. Incontro tutto da ascoltare.
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